Si tratta di un tipo di analisi per via secca alternativo o complementare ai saggi alla fiamma. Si basa sulla capacità che hanno alcuni sali, tra i quali il tetraborato di sodio decaidrato, detto comunemente borace, ed il fosfato sodico-ammonico, detto sal di fosforo, di fondere e formare una massa vetrosa incolore detta perla. Il borace portato a fusione sulla fiamma del bunsen dapprima si rigonfia ed elimina l’acqua di cristallizzazione quindi, sempre per riscaldamento, il tetraborato di sodio anidro libera anidride borica e metaborato di sodio. Operando con fiamma ossidante, l’anidride borica è in grado di sciogliere degli ossidi metallici, eventualmente provenienti dalla trasformazione, per azione del calore, di altri composti, trasformandoli in metaborati che hanno colori caratteristici a seconda del metallo presente. Operando con fiamma riducente, meglio in presenza di poca polvere di carbone, il metaborato può ridursi dando una fiamma di diverso colore. Continuando il riscaldamento in fiamma riducente si può avere una ulteriore riduzione a rame metallico che rende la perla rosso-bruna ed opaca. Il sal di fosforo portato in fusione al bunsen perde acqua ed ammoniaca trasformandosi in una perla di metafosfato. Se il metafosfato sodico viene a contatto, alla fiamma ossidante, con ossidi metallici reagisce formando i corrispondenti ortofosfati doppi che impartiscono alla perla colori caratteristici per ogni metallo. Anche nel caso del sal di fosforo la fusione alla fiamma riducente porta, in alcuni ossidi metallici, ad ulteriore riduzione, con colorazioni della perla differenti. Per alcuni metalli la perla può cambiare colore dopo il raffreddamento.
MANUALE TEORICO – SPERIMENTALE
Oppure contattaci utilizzando